Post

I miei idoli - parte 2

Immagine
  Un capitolo a parte nel gruppo degli idoli lo merita Dejan Savicevic. Lui ha rappresentato l'idolo per eccellenza, perché discontinuo, mancino, fragile fisicamente, capace di farsi espellere per una reazione o per un vaffa all'arbitro, sorprendente nel bene e nel male, a volte fischiato dal pubblico, a volte osannato. E soprattutto perché capace di autentiche magie, con i dribbling che solo lui sapeva fare o i colpi da biliardo lungo traiettorie che solo lui vedeva. Per me ha rappresentato l'estro e la fantasia un po' ribelle, un po' zingara. Il top è stato il pallonetto a Zubizarreta nella magica notte di Atene, il rimpianto la notte di Vienna, con lui a dare forfait all'ultimo dopo averci condotto in finale con l'Ajax in quella che probabilmente è stata la sua miglior stagione. Dopo di lui non penso di aver avuto altri veri idoli, un po' perché sono cresciuto e la spensieratezza del ragazzino ha lasciato spazio al pragmatismo dell'adulto. L'u

L'attesa

Immagine
Questa settimana il Milan sfiderà il Napoli, per i quarti di Champions. Leggo i giornalisti che dicono che per le casse societarie è molto più importante qualificarsi per la Champions dell'anno prossimo, e che le partite a cui prestare davvero attenzione sarebbero quelle del campionato. Anzi, uscire prima sarebbe un vantaggio, così da concentrare tutti gli sforzi. Sarà anche vero ma io da milanista voglio sognare, anche a costo di non partecipare l'anno prossimo. Da quando il Milan di Sacchi dimostrò che anche il Real Madrid si può battere, in un tempo in cui anche solo immaginarlo pareva impossibile, nulla deve essere precluso ai sogni di un tifoso rossonero. Per cui focus sulla Champions, con tutte le nostre forze. In campo non ci va la storia, ma un pochino sì. Incrociamo le dita e speriamo. Avrei voluto farlo da San Siro ma per un quarto di finale spendere 70 euro per terzo anello blu a salire mi pare davvero un'esagerazione. Così è troppo. Meglio il divano di casa. Ci

I miei idoli - parte 1

Immagine
Fin da piccolo, oltre a tifare Milan, mi è capitato di avere idoli, cioè personaggi calciatori che suscitavano in me qualcosa in più, che quando chiedevo a papà "quanto ha fatto il Milan? Chi ha segnato?" in caso di risposta giusta mi davano una gioia doppia: "evvai!" Di idoli ne ho avuti un po' ma non troppi. Non so neppure perché li ho scelti. Provo però a pensarci. Il primo è stato Mark Hateley. Aveva i capelli lunghi, era inglese ed aveva uno sguardo cattivo. Un giorno lo trovai in un pacchetto delle figurine Panini ed il giorno dopo lo trovai doppio. E se in genere la cosa mi provocava fastidio, quel giorno fui felice. Lo attaccai sulla porta in ferro della cucina della pensione che i miei genitori gestivano in Liguria. "Così chiunque passa, sa che qui si tifa il Milan". Il secondo è stato Pietro Paolo Virdis. Il Milan non era tanto forte ma Pietro Paolo mi inorgogliva, perché faceva dei bei gol, era elegante ed aveva vinto la classifica dei canno